venerdì 6 maggio 2011

IL MISTERO DELLA VITA





Da dove viene la vita? Non è questo il luogo adatto per una simile discussione, ma ci basterà sapere almeno un paio di teorie tra le più interessanti… Una sostiene che le prime molecole organiche si sono unite per caso, nei mari primordiali, formando una struttura a sfera (è un processo chimico che possiamo sperimentare). L’altra dice che le prime molecole organiche, o addirittura le prime cellule già formate, sono giunte dallo spazio, forse a bordo di quelle ‘palle di ghiaccio’ che sono le comete. In ogni caso, la seconda ipotesi non fa che spostare il problema dell’origine della vita fuori dal nostro pianeta. La questione comunque rimane.
La probabilità di un’unione spontanea di molecole a formare la vita è veramente irrisoria. In poche parole,  la vita nell’universo non può essere frutto del caso. 
Forti di questa constatazione (e consci della sua immensa portata), sorvoliamo a velocità supersonica la storia della specie umana. 
wpe1D.jpg (9254 byte)Sconvolgimenti geologici
Tutto ha inizio 10 milioni di anni fa, con una serie di sconvolgimenti geologici che interessano l’Africa: si crea una spaccatura (Rift Valley) che taglia in verticale la zona degli odierni grandi laghi africani. Questo sconvolge il clima: a ovest rimane la fitta foresta umida, a est si formano le aride savane e le praterie. Alcuni primati del tempo si adattano: scendono dagli alberi e imparano a sopravvivere in un ambiente nuovo, ampio e povero di piante. Da arboricoli diventano terrestri: è il preludio alla comparsa dell’uomo.
Studi paleontologici e genetici affermano che noi e le grandi scimmie africane (gorilla e scimpanzé) abbiamo un antenato in comune: un primate che tra 10 e 6 milioni di anni fa,. viveva sugli alberi, ma era già in grado di cavarsela negli ambienti aperti delle savane. Uno che insomma sapeva camminare su due zampe ma preferiva arrampicarsi sugli alberi.
Un fossile nuovo nuovo, datato 6 milioni di anni fa, pare confermare questa ipotesi. Di certo, per ora, sappiamo che un primate bipede esisteva già 4,5 milioni di anni fa.
Da questo momento è tutta una selva di forme ominidi: Ardipiteci, Australopiteci, Parantropi, Homo… ognuna di queste voci comprende varie specie di ominidi (per esempio, alcuni riconoscono 6 specie di Homo, dall’habilis al sapiens). Un vero ‘cespuglio evolutivo’, ricco di rami e rametti, quasi tutti però destinati all’estinzione: solo il ramo di Homo sopravviverà fino a oggi, e solo un rametto secondario di questo ramo non scomparirà: l’esile rametto dell’Homo sapiens.
Qui non voglio entrare nei dettagli, cioè spiegare chi erano e cosa facevano tutti questi ominidi, veri ‘esperimenti della natura’ per adattasi nel modo migliore al proprio ambiente. E nemmeno addentrarmi nel campo minato delle parentele fra tutte queste specie.
Mi preme invece osservare un fatto interessante, con il quale introduco l’intervento degli ooparts: qualche frammento di cranio, un pezzo di mandibola, un molare, un paio d’ossa della mano… Gli scheletri quasi completi, come la famosa Lucy, sono eventi davvero rarissimi. Eppure i paleoantropologi (gli studiosi della nostra storia) da un solo piccolo osso riescono a ricostruire l’aspetto dell’intero animale, e spesso possono capire come doveva vivere. E’ la stessa cosa che accade nelle indagini poliziesche.
  • Il punto essenziale è che in realtà esistono molti più fossili umani di quelli che ci vengono mostrati sui libri e in televisione. Proprio così.
La storia dell’uomo è costellata di ‘buchi’, zone oscure che lasciano dubbi e spronano alla ricerca. Ma è soprattutto disseminata di resti fossili ambigui, scomodi per questa teoria appena illustrata; fossili che sembrano mostrare una presenza umana molti milioni di anni prima la nascita ‘ufficiale’ dell’uomo. Esistono fossili che potrebbero stravolgere la nostra storia. Perché potrebbero? Perché si tratta di resti trovati un secolo fa o più, resti svaniti nel nulla, o sepolti nel dimenticatoio dei magazzini di qualche museo. Resti che nessuno si prende la briga di datare con i nuovi metodi oggi a disposizione. Perché? Perché nessuno vuol sapere nulla di questi fossili? Perché nessuno vuole riprenderli in mano per correggere o confermare la loro datazione, fatta magari più di cento anni fa?
La nostra storia è la storia più affascinante che la paleontologia possa raccontarci. E’ una storia di conquiste, avversità, reperti scoperti e… reperti occultati.(di Elena Serughetti)
Ritrovamenti e interrogativi aperti
  • Dopo gli interrogativi che ci ha proposto l'amica Elena,che ringrazio vivamente della collaborazione,vediamo infatti come nuovi reperti fossili continuino a 'retrodatare'la presenza dell'u.a.m sulla terra.
Facciamo una breve panoramica dei ritrovamenti più eclatanti.
  •  'La signora di Buia'', questo è il nome che fu dato ad una donna di un milione di anni fa,nostra lontana antenata,scoperta nel 1995,che doveva avere nemmeno 30 anni quando morì.Fu ritrovata in Eritrea -nel villaggio dancalo di Buia(appunto da qui deriva il nome datole),ad opera di un paleontologo italiano,Lorenzo Rook.L'Africa,si sa, deve ancora svelare molti dei suoi segreti! Il ritrovamento avvenne per caso,l'ultimo giorno della spedizione,partendo da un piccolo frammento di osso e riuscendo a ricomporre,con successivi ritrovamenti,una calotta cranica quasi completa.La cosa particolare è che,man mano si ricomponeva il 'mosaico' si scopriva che la creatura era davvero singolare:un mosaico di caratteri diversi costituito da caratteristiche arcaiche (homo erectus) e particolari che rimandano all'uomo moderno(homo sapiens).Rook sospetta e spera che "Forse la comparsa dell'uomo moderno è avvenuta in un arco di tempo molto più lungo di quanto si pensasse".

  • Lucy fu ritrovata nel 1974.Dinquinesh, che significa 'Sei meravigliosa'. L'importanza di questo ritrovamento(effettuato da Donald Johanson e Tom Gray) consiste nel fatto che è lo scheletro fossile più completo mai ritrovato all'epoca. Accanto a Lucy troviamo scritto AL;288-I. Queste sono 'sigle'che,nei registri della paleontologia,si riferiscono,rispettivamente alla località del ritrovamento (in questo caso,AFAR LOCALITY),numero 288,primo fossile). Lei era un australopitecus afarensis, che camminava su due piedi.Il fatto che questi 'ominidi'potessero camminare eretti,non si spiega ancora ufficialmente.Il bipedismo si è evoluto in foresta,pare,quelle creature avrebbero potuto continuare a vivere sugli alberi. Ad un certo punto la foresta si decimò e così l'abilità acquisita di stare sia su quattro che due 'zampe'ha permesso, a chi le aveva sviluppate, di camminare nella savana. Tutto qui? Potrebbe essere una conquista grandissima,in realtà.Pare che da Lucy siano discesi gli afar; mentre da G1 e G2 ( circa 4.000.000 di anni),ominidi ritrovati nella Rift Valley,fra Kenya e Tanzania,sarebbero discesi i giganteschi Masai
  • Ma come mai si hanno così tante specie di nostri antenati?
  • Sembra che proprio la Rift Valley sia stata il possibile scenario del cammino dell'umanità. Qui,comunque, si ha un ottimo substrato di lavoro per gli studiosi del genere,perchè i vulcani hanno fossilizzato le ossa degli ominidi,che possono essere ancora ritrovate e analizzate con soddisfacenti risultati;sono stati ritrovati centinaia di siti con tracce della loro esistenza.
  • Forse proprio qui,tra gli attualmente riconosciuti 5 e 7 milioni di anni fa,l'uomo e la ...scimmia si sono separati,dando vita ad una genealogia intricatissima,un cespuglio praticamente inestricabile:esiste o non esiste l'anello mancante? L?evoluzione è un processo irregolare,lentissimo,con progressioni impercettibili e retromarce improvvise?
  • Oreopithecus bambolii
    I primi resti furono trovati nel 1958 in Toscana, mentre al 1993 risale la scoperta di frammenti di mandibola e denti avvenuta in Sardegna. Risale a 8/8,5 milioni di anni fa.
    La sua posizione tassonomica nel grande albero della vita è ancora molto problematica: alcuni tratti del cranio richiamano caratteristiche più ominoidi, mentre altre (come le braccia lunghe adatte alla vita arboricola) lo portano verso il gruppo delle scimmie antropoidi.Questa pagina parla di lui.
    "Tutte queste caratteristiche fanno classificare l'Oreopitecus bambolii come una scimmia antropomorfa, quindi un primate prossimo alla linea evolutiva degli Ominidi"
    Secondo l'amica Elena Serughetti, è bene  distinguere le due "linee di ricerca" sulle nostre origini, cioè:

    - origini remote (ante-australopiteci)
    - origini prossime (inerenti le sole specie del genere Homo)
       Stabilire un certo ordine o criterio è sicuramente fondamentale!
  • -Nel 1994, nella ricca (per gli antropologi e paleontologi)Rift Valley, vennero alla luce ossa di almeno 17 esseri,vecchi di 4.000.000 di anni,che vennero collocati in una nuova specie:ramidus (che in lingua locale, afar, sta per 'radice').Esseri arcaici,con denti da scimpanzè ma quasi certamente in grado di stare eretti.

    -All'inizio degli anni Duemila(2001, precisamente),a Tugen ,nord-ovest di Nairobi,dei ricercatori francesi scoprirono i resti di un ominide(Orrorin tugenensis meglio noto come Millenium Man o Uomo del Millennio) di 6.000.000 di anni che forse camminava eretto;

    -passati pochi mesi,sulle rive del lago Turkana, a nord del Kenya,venne ritrovato l' "uomo del Kenya dalla faccia piatta",il Kenyanthropus platyops, 3.500.000,che non somiglia a nessun altro 'ominide',come se un ramo di quel cespuglio genealogico avesse deciso di incamminarsi da solo lungo  il suo percorso evolutivo.
  • Nel luglio 2002 comparve sulla rivista "Hera"questa notizia.:"Toumai:l'antenato più antico dell'uomo? Fu Michel Brunet dell'Università di Poitiers, in Francia,ad effettuare la sensazionale scoperta,tra lo scetticismo della Scienza ufficiale. Nel 2005 abbiamo avuto degli aggiornamenti importanti in merito a quel ritrovamento( 7 aprile 2005 Redazione Lanci, Agenzia ZadiG-Roma):
  • "La ricostruzione virtuale del cranio dell'ominide di Toumai sembra porre fine a una delle più roventi controversie nel campo dell'antropologia. La ricostruzione potrebbe infatti permettere di etichettare definitivamente il reperto come appartenente alla grande famiglia degli esseri umani o a quella delle scimmie. nuova specie di ominide, il Sahelanthropus tchadensis, la più vecchia mai rinvenuta fino a oggi. Molti antropologi però si dimostrarono piuttosto scettici, ritenendo che la conformazione del cranio rendesse l'uomo di Toumai più simile ai gorilla che agli esseri umani.  Brunet però non si arrese e la scoperta di nuovi reperti e la ricostruzione al computer del cranio sembrano indicare che aveva effettivamente ragione. I denti, ad esempio, sono piccoli canini e premolari e molari più grandi, come gli altri ominidi. La ricostruzione del cranio attraverso la tomografia assiale computerizzata (T.A.C.) mostra che l'apertura alla base del cranio attraverso cui passa la spina dorsale è orientata in modo che il collo punti verso il basso come negli ominidi piuttosto che verso dietro come nelle scimmie. Questo significa che l'ominide aveva una testa ben bilanciata sulla spina dorsale e che camminava diritto su due zampe. Rimane una muscolatura del collo molto più robusta di quella della specie umana, che però sembra dipendere dal fatto che l'uomo di Toumai era molto, ma molto antico. Anzi il più antico ominide mai trovato fino a oggi". 
  • Nel 2003 è stato scoperto un ominide nell'isola di Flores,Fa parte del genere Homo, come la nostra specie, ma la sua collocazione precisa resta per ora molto incerta. E’ generalmente accettato che sia derivato dall’Homo erectus, lo stesso antenato del sapiens. E' recente, per così dire,ma potrebbe rappresentare un 'nuovo ramo' nel già intricato cespuglio evolutivo dell'umanità,oggi estintosi? 
Continui aggiornamenti,oneste revisioni scientifiche...
Le costanti scoperte in ambito paleontologico,archeologico e paleoantropologico, sembrano rendere un po' ristretta la classificazione fino ad oggi accettata,per la comparsa dell'U.A.M. (uomo anatomicamente moderno), che rimane soggetta a continue revisioni e aggiornamenti.
La 'signora di Buia', pertanto, è solo uno dei nostri lontani discendenti, tra i più giovani (un milione di anni) ma con quelle singolari caratteristiche di arcaicità.Uno dei tanti anellini disseminati lungo il percorso dell'umanità.                                                                                  

Finchè c'è voglia di interrogarsi,c'è sprono per continuare a stupirsi di fronte alla nostra piccola,grande Storia,che è anche quella di Lucy, la meravigliosa.