martedì 30 agosto 2011

IL CROLLO DELLA TORRE DI PAVIA

LA TORRE DI PAVIA




UN BOATO E L' ANTICA TORRE SI SBRICIOLA

PAVIA Faccia presto, signora, chiami i vigili, le ha urlato Stefano Gerard, un omone grande e grosso che fa il ristoratore lì vicino e ogni mattina passa a comprare il giornale. Pia Comaschi, 52 anni, ha sbirciato dall' edicola, che dà proprio sulla piazza del Duomo, e ha visto cadere calcinacci e pezzi di mattoni. Ha preso il telefono: Venite in fretta, è riuscita a dire. Erano le 8,55 di ieri mattina, una giornata di foschia, di pioggia sottile. Improvvisamente, un boato come d' uragano, e una nuvola gialla e densa di polvere, da soffocare i polmoni. La Torre civica di Pavia, costruita nel XII secolo, alta 78 metri, 8 mila metri cubi di mattoni, sabbia e granito, si è sgretolata, si è sfatta dalle fondamenta franando sulla gente, sulle case vicine, sulle auto posteggiate nella piazza, seppellendo ogni cosa sotto tonnellate di macerie. Stefano Gerard è riuscito a buttarsi sotto una Volvo, mentre un enorme masso stritolava l' auto, risparmiandone però la coda, proprio dove si trovava l' uomo. Pia Comaschi invece è rimasta schiacciata dentro la sua edicola. In quel momento, all' interno del Duomo, si stava celebrando messa. Il parroco, Ernesto Bottoni, era quasi arrivato al termine della cerimonia, stava dando la benedizione a un centinaio di fedeli. Se avesse anticipato di qualche minuto, sarebbe stata una strage. I muri della chiesa hanno tremato, si è squarciata l' abside del battistero, già danneggiata dall' alluvione dello scorso agosto. La gente, terrorizzata, ha guadagnato la strada dal retro. Una cappa di polvere gialla La cappa di polvere gialla è rimasta nell' aria per quasi dieci minuti. Quando si è diradata, lo spettacolo era terrificante, come se la piazza del Duomo fosse stato bombardata. Enormi massi di granito, blocchi di mattoni spessi alcuni metri chiudevano lo sbocco della piazza verso i vicoli laterali. E i lamenti dei feriti, le urla della gente che credeva fosse arrivato il terremoto, le sirene delle prime ambulanze. Il marito di Pia Comaschi è corso giù da casa sua, proprio sopra il chiostro della piazza, ed è rimasto stordito davanti a quello spettacolo irreale. Mia moglie?, chiedeva alla gente che non sapeva cosa rispondergli. La donna è stata estratta dalle macerie un' ora dopo, con il cranio sfracellato. L' hanno potuta riconoscere solo dalla vera che portava al dito. In piazza anche il vescovo, monsignor Giovanni Volta: Una cosa terribile dice io stesso ho portato aiuto a una povera donna ferita. L' allarme e i soccorsi sono scattati nel giro di pochi minuti. A Pavia sono arrivati reparti del Genio, rinforzi di polizia, carabinieri e vigili del fuoco da tutti i paesi vicini e anche da Milano. Intorno alla città è stato creato un cordone di posti di blocco per impedire l' accesso a chi non ne aveva assoluta necessità, in modo da facilitare il transito dei mezzi di soccorso, soprattutto grosse ruspe, le uniche in grado di rimuovere le macerie. Ma quante sono le vittime, quante persone potevano ancora trovarsi vive, ma bloccate all' interno di qualche auto posteggiata nella piazza o negli edifici proprio di fianco alla Torre, investiti dal crollo? Nessuno riusciva a dare una risposta. E intanto, dalle tubature squarciate del gas, uscivano esalazioni pesanti, l' acqua inondava alcune cantine e una banca. Poi qualcuno ha sentito delle invocazioni d' aiuto provenienti dal retro del negozio di barbiere, in vicolo Bossolaro. Dentro c' è mio marito ripeteva piangendo una donna anziana, Elia Fontana, proprietaria dell' albergo Regisole si è alzato presto stamattina, l' ho visto dalla finestra che entrava dal barbiere, voleva essere il primo per sbrigarsi. Cercatelo, per carità. Impossibile entrare dalla porta, completamente ostruita dalle macerie, l' unica via possibile era dal retro. I vigili del fuoco hanno preso un martello pneumatico, si sono aperti un varco nel muro. All' interno del negozio, completamente distrutto, due uomini. Filippo Milanesi, 38 anni, e Salvatore La Spada, 59, il barbiere. Uno accanto all' altro, in un vano di pochi centimetri invaso dal gas. Ferito alla testa, ma incolume, Milanesi; con una gamba imprigionata dalla sedia di barbiere, bloccata di mattoni franati, La Spada. Appena aperto il varco, Milanesi esce dal pertugio, abbraccia i vigili, non riesce quasi a parlare. Dice soltanto: Lì dentro ce n' è un terzo, è morto, son sicuro.... Poi scoppia a piangere, singhiozza. Non vuole andare in ospedale, preferisce allontanarsi da solo, tornare a casa. Ho visto la morte in faccia, non riesco ancora a credere di essere vivo. Mentre lui se ne va, dentro al negozio, scavando con le mani, i vigili cercano di liberare il barbiere. L' uomo si lamenta, sente dolori lancinanti agli arti, un medico gli pratica una fleboclisi per alzargli la pressione. Ma c' è il pericolo di un crollo improvviso. I muri si stanno gonfiando avverte il vigile del fuoco Emilio Nessi potrebbero venir giù da un momento all' altro. Allontanatevi tutti, inutile rischiare. I minuti passano aumenta la tensione perché i soccorritori hanno paura di non farcela. Quel piede destro imprigionato non si riesce a liberarlo. Fuori, nel vicolo, c' è il figlio del barbiere, Roberto, che si aggira silenzioso, ogni tanto si ferma con il viso contro il muro. No, non ho parlato a mio padre dice mi hanno assicurato che stanno facendo il possibile. Per due volte, uno dei pompieri che è lì sotto a scavare, Aquino Pagani Granata, viene portato fuori paonazzo e gli infermieri gli danno la maschera a ossigeno. Dentro non si riesce quasi a respirare. Poi la situazione precipita, gli scricchiolii sembrano annunciare il crollo imminente. Dal Policlinico San Matteo arriva il primario traumatologo, Giorgio Domenella, con la sua equipe. Per salvare La Spada pare non resti che una sola, tragica soluzione: amputargli il piede. Passano i minuti, nell' ambulanza ci si prepara all' intervento disperato. Alle 13,50 dal cunicolo esce il barbuto pompiere con le mani piene di terra. Ce l' abbiamo fatta, dice semplicemente. Ed ecco Salvatore La Spada, con la testa piena di sangue, che viene messo su una barella, i pantaloni strappati, senza una scarpa. Scoppia un applauso tra la gente che abita nelle case lì intorno, sgomberate per timore di altri crolli. Ma c' è un nuovo dramma: a pochi metri ci sono i parenti di Tullio Fontana, il secondo cliente che è ancora sepolto nel negozio. Nessuno ha il coraggio di dir loro che speranze ormai non ce ne sono più. Occorrerebbe scavare con le ruspe, ma non è possibile perchè si provocherebbe senz' altro un crollo. Intanto tra le macerie girano i cani della Protezione civile, che segnalano la presenza di esseri umani tra il pianterreno e il primo piano. In alto, sul vicolo, sventola ancora, sporco e strappato, uno stendardo della Lega lombarda. Vicino c' è un negozio di erboristeria, completamente distrutto, e uno di articoli sportivi, da cui spuntano, immersi nei calcinacci, scarpe da tennis e sci contorti. Il proprietario, Cesare Vittadini, è lì, con gli occhi fissi sulla sua bottega. Racconta: Ero dentro con mio fratello, abbiamo visto la torre che si apriva, come se si sfaldasse. Abbiamo fatto in tempo a scappare, questione di un paio di secondi. Gli operai dell' azienda del gas, intanto, bloccano le tubature, segandole e mettendo tappi a monte e a valle, in modo da evitare pericoli di scoppi e incendi. Al Policlinico San Matteo sono state trasportate 15 persone ma sono state dimesse con prognosi brevi. Letizia Calvi, 71 anni, pensionata, è stata invece ricoverata per una frattura al malleolo ed escoriazioni alla testa. Il cuscino del suo letto è tutto sporco di sangue. Ero appena uscita dal supermarket, stavo per andare in edicola. Un masso mi è caduto su una gamba, mi sono aggrappata ad un signore, non ho capito più nulla. Mi sono risvegliata qui in ospedale. Dramma nelle strade Ma il dramma è per le strade, dove man mano che passano le ore arrivano i familiari di persone che non hanno ancora dato proprie notizie, che si teme siano finiti sotto quegli enormi blocchi di granito che le ruspe tentano di rimuovere. Una donna, disperata, chiede ai vigili: Sapete qualcosa di mia figlia Barbara?. No, nessuno sa qualcosa di questa ragazza di 17 anni, Barbara Cassani, che la mattina è uscita di casa insieme all' amica Adriana Uggetti, 18 anni, per andare al suo lavoro di baby-sitter. La madre, Giampiera Stanga, si regge in piedi solo per quel filo di speranza che le dà la forza di chiedere aiuto a tutti i gruppi di soccorritori. Di solito passa di qui, da questa strada, per attraversare la piazza del Duomo. Come mai non ha ancora telefonato, perché non è andata al lavoro?. A sera le due ragazze risultavano ancora disperse, e ormai i dubbi sulla loro sorte sono pochi. E qualcuno parla di altre persone che non sono rientrate in casa. Insomma il bilancio è tutt' altro che definitivo. Per tutta la notte sono andati avanti i lavori di scavo: I cani hanno segnalato presenze umane sotto le macerie, ha detto il responsabile della Protezione civile, Giuseppe Moro. Ogni tanto venivano estratte carcasse d' auto, spianate dal tremendo impatto. Dieci edifici sono stati evacuati e trenta persone hanno trovato asilo dai parenti o negli alberghi. Il Duomo è stato chiuso, perché sono state riscontrate delle crepe nei muri. Pavia è un immenso cantiere, tutto il centro storico è bloccato, lunedì prossimo ci sarà il lutto cittadino. Da verificare, oltre alle cause del disastro su cui vengono fatte le ipotesi più disparate, la tenuta degli edifici vicino al Duomo, tra cui il Vescovado, trasformato ieri in centro operativo dei soccorsi. 
( TRATTO DALLA PROVINCIA PAVESE )