giovedì 4 agosto 2011

un sorriso per la bosnia

Progetto:
"Un sorriso per la Bosnia"
AGGIORNAMENTO 23/24 APRILE 05
AGGIORNAMENTO 16 GIUGNO 06

Erano giorni in cui la televisione accompagnava le nostre cene con le strazianti, orribili immagini della guerra dei Balcani, la strage del mercato, lo stillicidio di morti per opera dei cecchini, la disperata resistenza di Sarajevo, gli stupri, i campi di concentramento con l’accompagnamento di sevizie e di crudeltà che credevamo ormai non più presenti nell’Europa di fine millennio e nel comportamento dell’uomo.
La voglia di fare qualcosa, di non assistere alla strage impassibili, ci ha fatto ritrovare per sentire la proposta di “Un sorriso per la Bosnia ” delle ACLI di Como.
Naturalmente la proposta è stata accettata subito con entusiasmo e da allora è cominciata anche la nostra storia.
La storia di un gruppo, che si è impegnato a vari livelli di partecipazione per iniziative di solidarietà concreta ai più bisognosi, in particolare i profughi della Bosnia presenti nel Campo profughi di Skofia Loka in Slovenia, circa 800 persone croate e mussulmane, in prevalenza anziani, donne e bambini.
Da quel lontano 1994, ad oggi molte sono state le iniziative e che velocemente ricordiamo:
1. Accoglienza, nell’aprile 1995, 1996 e nel Natale 1996 e1997, di un gruppo di circa 20 giovani profughi del campo di Skofia Loka, dai 15 ai 17 anni, ospitati per una settimana presso singole famiglie, con una serie di iniziative che hanno coinvolto tutta la comunità;
2. Settimana di animazione al campo profughi nel luglio 1995 da parte di un gruppo di giovani della parrocchia;
3. Raccolta e messa in opera, in ogni stanza del campo, di mensole per rendere più disponibile e sfruttabile lo spazio interno, già di per sé esiguo (circa duecento mensole);
4. Nel gennaio 1996 e gennaio 2000 “Befana“ al Campo con distribuzione di calze di dolciumi ai ragazzi del campo;
5. Consegna di “borsoni” a tutte le famiglie del campo quando si annunciava il loro ritorno;
6. Consegna di profughi di indumenti nuovi e prodotti igienici di vario tipo;
7. Assegnazione di due Borse di studio di 3.000.000 per tre anni a due studenti universitari del campo di Skofia Loka e sussidio ad altri studenti delle scuole superiori. Borse di studio intitolate a Omar e Marco e all’indimenticabile Emilio;
8. Impegno nella ricostruzione di un paese Bosniaco: Sapna con l’invio di strumenti per le scuole e l’“adozione“ di un giovane di Sapna che, insieme a dieci altri giovani dello stesso paese, ha frequentato a Cantù un corso di formazione professionale per gestire direttamente a Sapna i progetti di ricostruzione in collaborazione con l’IPSIA;
9. Raccolta di alimentari e materiali igienici e sanitari per la preparazione di “pacchi Famiglia” da consegnare direttamente al campo: queste consegne di pacchi famiglia sono state ripetute più volte nell’anno e negli anni;
10. Visita al campo da parte delle famiglie ospitanti, per estendere la conoscenza alle famiglie dei ragazzi ospitati con la consegna diretta dei pacchi famiglia;
11. Presenza al campo profughi di gruppi di volontari nei week-end con animazione per bambini e gli anziani. Presenza garantita con altri gruppi provinciali organizzata e coordinata dalla sede di Cantù;
12. La solidarietà anche con i terremotati dell’Umbria;
13. Dopo la chiusura del campo di Skofia Loka, abbiamo continuato a portare la nostra solidarietà al campo profughi di Cozina, di Postumia e di Cernomelj, fino praticamente alla loro chiusura.
E non ci siamo limitati ad aiuti materiali, l’animazione nei week-end l’accoglienza, le visite al campo erano vissute come vicinanza alle persone, e se oggi alcuni rapporti continuano vuol dire che qualcosa si è costruito; le Borse di studio sono state assegnate come partecipazione alla ricostruzione non solo fisica di quelle terre e con la precisa consapevolezza che solo una crescita culturale può permettere una vera ricostruzione.
E per fare tutte queste cose, siamo riusciti a coinvolgere tutto il paese con una serie di iniziative che ci hanno permesso di raccogliere fondi: cene di autofinanziamento, spettacoli teatrali e di cori, raccolte ai supermercati, coinvolgimento delle scuole medie ed elementari non solo di Arosio.
La popolazione ci ha sempre aiutato con una disponibilità e partecipazione veramente pregevole. Da questo, è seguito l’altro aspetto importante e fondamentale della nostra esperienza: la grande capacità di aggregazione sviluppata dal nostro impegno.
Oggi i campi profughi stanno chiudendo ma l’esperienza fatta non è destinata a finire, anche se non c’è la pressione emotiva di quegli anni; abbiamo seguito l’evoluzione di”un sorriso per la Bosnia” con l’esperienza dell’IPSIA, una ONG che realizza progetti specifici di sviluppo, e la partecipazione ai loro progetti.
Naturalmente dobbiamo ringraziare il “motore organizzativo” di Cantù che ci ha sempre aiutato e per finire, non possiamo non ricordare i nostri morti che ci hanno lasciato: Omar e Marco Tosetti, Pia Galbiati, il nostro presidente Antonio Ballabio e l’indimenticabile ed instancabile animatore del gruppo Emilio Nespoli.
A Omar e Marco, ad Emilio abbiamo intitolato le nostre borse di studio e quindi vivranno sempre perché il loro impegno sopravviva nella nuova società che anche noi, anche loro hanno contribuito a far nascere.
Se vuoi saperne di più, visita il sito:
di Terre e libertà

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