Le Vittime del disastro
1. Abbattista Giovanni, anni 45 2. Allegrini Stefano, anni 23 3. Alves Sandrine, anni 24 4. Amato Natale, anni 52 5. Ambrosio Francesco, anni 22 6. Ambrosio Vittorio, anni 30 7. Andreazzoli Marco, anni 28 8. Averta Rocco, anni 36 9. Avolio Antonio, anni 45 10. Baffa Nicodemo, anni 52 11. Baldauf Gernard, anni 27 12. Barbaro Luciano, anni 24 13. Barsuglia Luca, anni 24 14. Bartolozzi Umberto, anni 48 15. Belintende Sergio, anni 31 16. Bianco Gavino, anni 40 17. Bisbocci Alberto, anni 20 18. Bommarito Giuseppe, anni 43 19. Botturi Adriana, anni 60 20. Brandanu Raimondo, anni 60 21. Campo Antonino, anni 26 22. Campus Giovanni B., anni 53 23. Campus Gianfranco, anni 21 24. Canu Angelo, anni 28 25. Canu Sara, anni 5 26. Canu Ilenia, anni 1 27. Caprari Alessia, anni 19 28. Cassano Antonello, anni 25 29. Castorini Rosario, anni 39 30. Cervini Domenico, anni 21 31. Cesari Diego, anni 14 32. Chessa Ugo, anni 54 33. Cinapro Graziano, anni 45 34. Cirillo Ciro, anni 25 35. Ciriotti Tiziana, anni 22 36. Congiu Giuseppe, anni 23 37. Crupi Francesco, anni 34 38. Dal Tezzon Antonietta, anni 47 39. Dal Zotto Pasquale, anni 32 40. D'Antonio Giovanni, anni 22 41. De Barba Mauro, anni 30 42. De Caritat Beatrice, anni 31 43. De Fendente Anna, anni 24 44. De Gennaro Giuseppe, anni 29 45. De Montis Angelita, anni 23 46. De Pretto Tatiana, anni 18 47. Esposito Francesco, anni 43 48. Falanga Nicola, anni 19 49. Farnesi Cristina, anni 22 50. Ferraro Sabrina, anni 20 51. Ferrini Carlo, anni 32 52. Filigheddu Maria, anni 40 53. Filippeddu Giovanni, anni 46 54. Fondacaro Mario, anni 57 55. Formica Maria G., anni 51 56. Fratini Bruno, anni 34 57. Frulio Ciro, anni 18 58. Fumagalli Alfredo, anni 23 59. Furcas Daniele, anni 33 60. Fusinato Angelo, anni 58 61. Gabelli Antonino, anni 72 62. Gasparini Giuseppe, anni 62 63. Ghezzani Maria G., anni 57 64. Giacomelli Piera, anni 55 65. Giampedroni Lido, anni 29 66. Gianoli Giorgio, anni 29 67. Giardini Priscilla, anni 23 68. Giglio Alessandra, anni 26 69. Gnerre Erminio, anni 29 70. Granatelli Giuseppina, anni 27 71. Guida Gerardo, anni 23 72. Guizzo Gino, anni 52 73. Ilari Salvatore, anni 31 74. La Vespa Gaspare, anni 31 75. Lazzarini Giuseppe, anni 32 76. Lazzarini Romana, anni 22 77. Lipparelli Raffaela, anni 50 78. Manca Giuseppe, anni 48 79. Marcon Maria, anni 83 80. Martignago Giuseppina, anni 46 81. Massa Angelo, anni 30 82. Mazzitelli Francesco, anni 56 83. Mela Maria, anni 44 84. Minutti Giovanni V., anni 50 85. Molaro Gabriele, anni 35 86. Mori Aldo, anni 52 87. Mura Paolo, anni 34 88. Padovan Giovanna, anni 54 89. Padula Aniella, anni 44 90. Pagnini Vladimiro, anni 59 91. Paino Vincenzo, anni 34 92. Parrela Maurizio, anni 15 93. Pasqualino Ignazio, anni 36 94. Paternico Rosana, anni 43 95. Perazzoni Arnaldo, anni 28 96. Perez De Vera Luigi, anni 24 97. Pernice Rocco, anni 41 98. Picone Arcangelo, anni 34 99. Piu Pasqualino, anni 28 100. Porciello Pasquale, anni 23 101. Prini Silvana, anni 38 102. Prola Mauro, anni 27 103. Regnier Bernard, anni 53 104. Rispoli Liana, anni 29 105. Rizzi Monica, anni 27 106. Rizzi Umberto, anni 47 107. Rizzo Salvatore, anni 29 108. Rodi Antonio, anni 41 109. Romano Rosario, anni 24 110. Romboni Cesare, anni 56 111. Roncarati Amelio, anni 54 112. Rosetti Sergio, anni 52 113. Rota Vania, anni 22 114. Saccaro Ernestino, anni 50 115. Saccaro Ivan, anni 17 116. Salsi Giuliano, anni 41 117. Salvemini Nicola, anni 35 118. Sansone Massimo, anni 26 119. Santini Roberto, anni 53 120. Sari Gianfranco, anni 39 121. Scanu Salvatore, anni 73 122. Sciacca Giuseppe, anni 53 123. Scuotto Mario, anni 31 124. Serra Maria A., anni 54 125. Sicignano Gerardo, anni 34 126. Simoncini Maria Rosa, anni 25 127. Sini Antonio, anni 42 128. Soro Gabriella, anni 29 129. Stellati Mara, anni 44 130. Tagliamonte Giovanni, anni 38 131. Timpano Giulio, anni 29 132. Trevisan Ranieri, anni 30 133. Trevisan Rino, anni 58 134. Tumeo Francesco, anni 58 135. Vacca Alessandro, anni 37 136. Vidili Raimondo, anni 22 137. Vigerelli Giuliano, anni 44 138. Vigliani Carlo, anni 31 139. Vinattieri Roberto, anni 44 140. Vitiello Ciro, anni 31
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Rassegna stampa
ANSA.it: Vent'anni di processi senza colpevoliRepubblica.it: Moby, a vent'anni dalla tragedia nuovi file audio per la verità
Leggo.it: Moby Prince, 20 anni di processi senza colpevoli
Pietro Coccioli: L’ultimo viaggio del Moby Prince
Per non dimenticare la tragedia, nel ventennale ricorrente il 10 aprile, il cantautore milanese regala il ricavato della vendita di una sua canzone all’associazione Moby Prince cerca di portare un raggio di luce sul buio della vicenda.Ho conosciuto di persona Angelo Chessa – dice Pietro Coccioli – uno dei due figli del Capitano e sono rimasto colpito dall’entusiasmo e dalla voglia di partecipare a questo mio progetto. Una canzone, in fondo cosa vuoi che sia se non tre minuti di musica e parole. Ma se poi l’ascoltassero migliaia di persone? Questo progetto è autoprodotto e nasce puro. Non inquinatelo e, se invece avete capito quello che ho capito io immaginandomi di essere su quella nave in quella notte maledetta sostenete l’iniziativa, leggete e scrivete su Moby Prince. Ascoltate la mia canzone e fatela ascoltare ai ragazzi che la proietteranno nel futuro per non dimenticarci di 140 uomini come noi”.
"Il vento porta farfalle o neve"
Dal 6 aprile 2011 troverete in libreria il nuovo romanzo di Francesco Aloe.
Un avvincente romanzo che si intreccia con la vicenda della Moby Prince.
www.verdenero.it
VERGOGNA!!!!!
La sentenza-bis sulla strage del Moby Prince si è chiusa con l'archiviazione.
Come familiari siamo disgustati. Non è possibile che dopo quasi venti anni, e due anni di nuove indagini, siamo tornati al punto di partenza. A parte i giudici oramai nessuno riesce a credere che quella notte il traghetto abbia speronato la petroliera Agip Abruzzo a causa della nebbia. Chi ha potuto lavorare per depistare, manomettere, omettere e insabbiare ha sempre avuto mano libera, e la dimostrazione è l'epilogo di oggi.
Per quanto mi riguarda mi vergogno sempre di più di essere cittadino italiano.
Mi vergogno di appartenere ad una nazione che non ha il coraggio di scoprire il marcio che sta dietro a tante stragi, tra cui quella del Moby Prince.
Come familiari, come associazione, non ci fermeremo mai. Vogliamo avere giustizia e andremo fino in fondo.
Luchino Chessa
21 dicembre 2010 - Fine di una storia?
Ecco ci siamo arrivati... Domani 21 dicembre 2010 a Livorno verrà decisa l'eventuale archiviazione della inchiesta-bis, chiesta dal Dott. Francesco De Leo. Inchiesta che, ricordiamo, è stata riaperta grazie a una serie di nuovi accertamenti richiesti dall’ Avvocato Carlo Palermo.Quella sera nella rada di Livorno si stava consumando un diabolico traffico di materiale bellico sotto la copertura di chi avrebbe dovuto controllare. Un porto civile molto trafficato da imbarcazioni mercantili, ma anche canale preferenziale di collegamento con la base NATO di Camp Derby. Un porto che avrebbe dovuto avere gli occhi puntati 24 ore su 24, avere i riflettori sempre accesi e invece è risultato essere nell’ombra, anzi nell’oscurità più assoluta.
Vari esponenti pubblici hanno utilizzato l’oscurità, quella vera del buio della notte, e la falsa nebbia per addebitare all’equipaggio, già flagellato dalle fiamme, la colpa della tragedia.
Era molto più semplice da spiegare con una banale disattenzione, traghetto veloce, rotta già sperimentata migliaia di volte, navigazione a vista, anche un po’ di partita e il gioco è fatto.
Riteniamo che neanche il più cretino essere umano che solca i mari sulla più infima bagnarola avrebbe potuto essere artefice di un incidente del genere.
C’è voluto coraggio per affermare quello che è stato affermato, ci vuole stomaco per infangare la memoria dei membri dell’equipaggio, che ricordo sono morti sul lavoro; forse nessuno se lo ricorda, ma sono morti facendo il loro dovere!
Spero che chi ha il compito di giudicare riesca a sentire dentro di sè che qualcosa di tutta questa vicenda non torna, abbia la voglia di rimettere in giorno tutto e abbia il coraggio così di scoprire un pentolone che continua a far bollire al suo interno il marciume che da anni ci stiamo portando e che non vorremmo lasciare in eredità alle future generazioni.
Luchino Chessa
I Libri del Moby Prince
Il 21 ottobre 2010 alle ore 18.00 a Milano, presso la Fnac in via Torino angolo via della Palla, si terrà la presentazione del libro "1994", scritto da Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari.
Il libro tratta quattro storie che sono altrettanti quattro misteri, dal delitto Rostagno (del 1988), fino all'attentato a Ilaria Alpi del 1994), passando per la strage del Moby Prince (del 1991) e per l'omicidio dell'ufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi (1993). Un filo sembra legare questi misteri con date e fatti che preparano la svolta del 1994 con l'ascesa in campo politico di Silvio Berlusconi.
Luigi Grimaldi è un giornalista freelance che ha collaborato con il Gazzettino di Venezia, Liberazione, Avvenimenti, Famiglia Cristiana e con "Chi l'ha visto?" e ha scritto con Michele Gambino "Traffico D'Armi il Crocevia Jugoslavo"; Luciano Scalettari è inviato speciale di Famiglia Cristiana ed è stato consulente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul delitto Alpi-Hrovatin dal marzo 2004 al febbraio 2005, quando si è dimesso dall'incarico. Ha scritto con Alberto Chiara e Barbara Carazzolo "Ilaria Alpi. Un omicidio al crocevia dei traffici".
All'evento interverrà Angelo Chessa, presidente dell'Associazione 10 Aprile, familiari vittime Moby Prince.
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Due nuovi articoli disponibili in PDF
Il Manifesto del 06-06-2010La Nuova Sardegna del 07-06-2010
Per ricordare
10 aprile 1991: la strage della Moby Prince
In genere si dice…. "per non dimenticare”; non dimenticare i nostri cari morti senza ragione, senza spiegazione. Morti dopo ore di attesa, morti soffocati e bruciati. Morti con i loro affetti, le loro passioni, la loro vita……. Morti perché si sono trovati al momento sbagliato, nel posto sbagliato. Morti per colpa di logiche che fino a poco tempo fa potevamo solo immaginare e che adesso stiamo cominciando a capire.I nostri cari siamo noi, siete voi, sono tutti i cittadini di questo Paese che non ha ancora saputo ripudiare le logiche del traffico di armi, gli intrecci tra criminalità organizzata e politica. Un Paese che deve ancora cambiare. Un Paese che deve rinascere.
Per questo bisogna ricordare che il 10 aprile del 1991 140 persone sono morte e aspettano ancora giustizia.
A nome dell’Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince
Grazie!Il Fatto...
10 aprile 1991, il traghetto passeggeri Moby Prince lascia gli ormeggi alle ore 22.03 dalla banchina del porto di Livorno, destinazione Olbia...Il mare era una tavola e chiunque guardasse l’orizzonte antistante il porto poteva vedere nitidamente alcune navi ormeggiate nella rada e il Moby Prince, tutto illuminato, che iniziava la sua traversata per la Sardegna.
Sembrava una tranquilla notte di primavera, una delle solite traversate che l’equipaggio del Moby Prince stava affrontando. I passeggeri si stavano preparando alla notte, ognuno con i suoi pensieri, speranze, aspettative, sogni.
Ma qualcosa ha cambiato il destino di 140 persone e quella notte il Moby Prince da confortevole mezzo di trasporto diventa una bara incandescente.
Qualcosa di misterioso che ha fatto si che oltre un centinaio di persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, si trovasse riunito nel salone principale della nave. Poi lo schianto con la petroliera, Agip Abruzzo, il petrolio che ha innaffiato il Moby Prince, le fiamme che hanno circondato il traghetto. Dentro a quel salone la disperazione deve essere stava enorme, ma c’era la speranza che i soccorsi sarebbe arrivati quanto prima...
I soccorsi arrivano, ma sono tutti per la petroliera, dove nessuno dell’equipaggio fa qualcosa per il traghetto in fiamme, né tanto meno comunica a chi di dovere della sua esistenza.
Dopo ben un’ora e mezzo qualcuno dei soccorsi individua il Moby Prince, e poco dopo l’unico sopravissuto, il mozzo Alessio Bertrand, viene recuperato e dice che ci sono ancora persone sulla nave.
Pur nell’evidenza del traghetto in fiamme e con le prime testimonianze del Bertrand, i soccorsi continuano ad essere dirottati sulla petroliera e così le speranze di 140 persone vengono ridotte in cenere.
Alle 2 del mattino dell’11 aprile un marinaio di un rimorchiatore sale sulla poppa del Moby Prince e aggancia un cavo. Le lamiere sono calde, ma non incandescenti, una prova che, se i soccorsi fossero arrivati per tempo, tante persone si sarebbero salvate.
Ma i soccorsi schizofrenici, disordinati, inconcludenti, sono solo un capitolo di tutta la vicenda. La nebbia, tirata in causa fina dalle prime ore dal Comandante del Porto, l’ammiraglio Sergio Albanese, si è poi diffusa su indagini e processi, portati avanti senza una logica e con imputati di secondo ordine. Alcune parti civili, in particolare i familiari della nostra associazione, già a suo tempo avevano tentato di dare un contributo costruttivo alla ricerca della verità. Ma a quanto pare i percorsi erano scritti da tempo, forse anche prima della collisione.
Dopo la sentenza del processo d’appello del 1997, che decretava la chiusura definitiva della vicenda processuale del Moby Prince, le speranze di giungere alla verità erano diventare irrisorie, ma in fondo tutti noi covavamo la speranza che qualcosa di sarebbe prima o poi mosso.
La presenza, quella notte nella rada di Livorno, di navi “americanizzate” cariche di materiale bellico, rimaneva un tarlo nella mente di alcuni di noi. Angelo Chessa e l’avvocato Carlo Palermo, già illustre magistrato, famoso per tanti processi contro la mafia ed il traffico d’armi, rivisitano le carte processuali. Dopo quasi due anni di lavoro, Carlo Palermo prepara una corposa istanza di richiesta di riapertura delle indagini, che riprende tanti spunti lasciati cadere durante la fase investigativa e la successiva fase processuale. In particolar modo evidenzia che quella notte nel porto di Livorno, mentre il Moby Prince lasciava gli ormeggi e usciva dal porto, stava avvenendo una importante movimentazione di materiale bellico, ovviamente non autorizzato.
Depositata ad ottobre scorso, pochi giorni dopo il Procuratore reggente, Antonio Giaconi, esprime il suo parere positivo e così riapre il fascicolo. Speriamo che tutto ciò sia solo l’inizio di nuove indagini e di un nuovo processo con imputati “veri”, che dovranno rispondere sui fatti accaduti, senza se e senza ma.
Non sappiamo quali saranno i tempi necessari per svolgere le nuove indagini, ma non importa, adesso possiamo aspettare. Come associazione di familiari continueremo a dare il nostro contributo, con passione e dedizione, con l’unico scopo di sapere veramente cosa è successo quella notte nella rada di Livorno. Il nostro impegno è certo legato all’affetto per i nostri cari, morti in un modo così tragico, ma ancor di più ad uno spirito di giustizia che deve animarci in primo luogo come cittadini. Non possiamo ulteriormente subire le ingiustizie che continuano a perpetuarsi nel nostro Paese. Ci sono tantissime stragi, come la nostra, che ancora chiedono giustizia. Siamo un Paese dove, a quanto pare, la sovranità nazionale è una mera illusione!
Per questo l’associazione 10 APRILE, pensata e costituita da familiari delle vittime, è aperta a tutti i cittadini che desiderano dare il loro sostegno per una battaglia di giustizia. Più siamo numerosi, maggiore è anche il peso che possiamo avere.
Con questo scopo è nato il sito che dovrà essere il punto di riferimento dell’associazione, sia per i familiari delle vittime del Moby Prince, sia per tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo (morale, affettivo, materiale, monetario, ecc).
Luchino Chessa